Asili nido comunali gratis: un’eccellenza gallaratese
<E’ un viaggio che non ti aspetti quello attraverso gli asili nido comunali. Invito i gallaratesi a visitarli per rendersi conto di questa straordinaria eccellenza>. Parole dell’assessore al Welfare Franco Liccati, il cui settore ha in gestione le strutture del Centro, di Cajello, della Moriggia e dello Sciarè.
A differenza di materne, primarie e secondarie di primo grado, le “scuole” per i piccoli fino ai tre anni fanno capo ai servizi sociali, <proprio per il tipo di servizio offerto alla cittadinanza>, spiega l’esponente della giunta di centrodestra durante la visita alle quattro strutture.
I numeri parlano di 142 bimbi iscritti ma soprattutto di un rapporto di una “maestra” ogni cinque piccoli dai 3 mesi ai 12 mesi e di uno a sette per gli altri “alunni”. <Un rapporto in linea se non migliore rispetto a quello della proposta privata>.
La prima tappa è al “Raggio di sole” dello Sciarè. Qui ogni singola classe ha il nome di un animale (pesciolino, pulcino, orsacchiotto e scoiattolo); c’è uno spazio che i genitori possono utilizzare nel periodo dell’ambientamento; ci sono attività in base all’età, compresa un’area nel grande salone riservata ai giochi con l’acqua. Questo è uno dei due nidi affidati a “3SG”. <Qui il compito fondamentale>, sottolinea il presidente Giacomo Peroni, è quello delle educatrici, che lavoro in stretta collaborazione con i genitori>. Collaborazione che si traduce in un percorso da compiere assieme. Ecco perché il concetto di “baby parking” è molto distante da quello applicato nelle quattro strutture comunali, ben sintetizzato negli orari rigidissimi: tre le uscite (13.30, 16.30 e 18), proprio per evitare di interrompere le attività didattiche.
La seconda fermata del viaggio è al nido Azalee di Cajello. Il giardino è curatissimo; i giochi sono perfetti; le pareti interne sono imbiancate di fresco e anche qui la cuoca sforna in continuazione pappe, merende e pasti. La novità di quest’anno è la sala per le mamme i papà e i nonni. <Nei nidi pubblici>, aggiunge Liccati, <non si bada a spese, quello che si deve fare si fa. Non cerchiamo il guadagno, il lavoro di squadra garantisce un servizio di alta qualità nel massimo rispetto delle normative vigenti>.
I viaggio prosegue al Villoresi. Il parcheggio all’ingresso c’è, ma è quello dei passeggini, tutti ordinatamente disposti su due file. Nell’atrio c’è un salottino con tanto di divano, abajour e piante, perché i bimbi devono sentirsi a casa. La programmazione del “cosa fare” è diversa in ogni singola sezione e viene illustrata e condivisa con i genitori. Ma il vero fiore all’occhiello è una biblioteca per bimbi con 1.200 volumi, raccolti in appena cinque anni: <I libri sono ovunque, persino nei bagni>.
Infine “Il faro” della Moriggia. L’ordine e l’organizzazione rasentano la perfezione, come confermano le mamme intente a “ritirare” i loro piccoli. Nonostante gli spazi ristretti, c’è un’area per i parenti, con uno scopo molto chiaro: il periodo dell’inserimento di due o tre settimane non deve essere vissuto come una sottrazione di ore agli impegni lavorativi, ma come un momento di vitale importanza per il percorso che i bimbi vanno ad iniziare.
La lista di attea di quest’anno è di appena otto bambini, mentre le quote giornaliere vanno in base all’Isee dai 3,70 ai 5,27 euro per la prima fascia (dalle 7.30 alle 13.30), dai 4,75 ai 6,85 per la seconda fascia (7.30-16.30) e dai 5,80 ai 7,92 per la terza fascia (7.30-18). La quota mensile più alta è di 361 euro, quella più bassa riservata alle famiglie con un reddito inferiore ai 5mila euro è di 37,49 euro.
La novità di quest’anno è un contributo da parte della Regione a favore delle famiglie in difficoltà economica. “Nido Gratis” (in allegato il bando), così si chiama l’iniziativa, introduce una fascia degli aventi diritto fissata a 20mila euro. <Di solito>, conclude Franco Liccati, <le misure di aiuto nel welfare sono per fasce di Isee molto più basse. Questo consentirà a molte famiglie di avere non pagare il nido. Il risparmio va da circa 120 euro al mese ad un massimo di circa 430 euro. Sarebbe un peccato non approfittarne, perché, ribadisco, al di là dei costi che comunque sono contenuti, stiamo parlando di una assoluta eccellenza per la nostra città. L’assenza di lamentele da parte dei genitori, così come l’attaccamento del personale ai “loro asili”, ne sono la dimostrazione>.