26 nov 2015
La conquista romana della Gallia Cisalpina lascia notevole documentazione nel “vicus”, già assurto a rilevante importanza. Con la dominazione franca, sorse un castello alle sommità del primitivo nucleo urbano fortificato, adiacente all’attuale Basilica di S.Maria Assunta (ne resta memoria nel nome di via Postcastello). La basilica, ovviamente come entità religiosa e non come struttura architettonica assai posteriore, è citata come Capo Pieve in una pergamena del 974, regnante Ottone II; il documento che si conserva all’Archivio di Stato di Milano, è il più antico in cui ricorra il nome Gallarate. Distrutta Castelseprio ad opera di Ottone Visconti (1287), la città divenne capoluogo del Seprio, vasto e importante contado. Gallarate inizia in quegli anni una prestigiosa crescita economica e mercantile, che l’accompagna per l’età viscontea-sforzesca sino agli inizi, due secoli dopo, del dominio francese.
I documenti d’archivio del periodo qualificano Gallarate come polo d’interscambio nei mercati italiani ed esteri per i traffici di panni, drappe, cotoni e lino. Il ceto mercantile e nobiliare rappresentato da famiglie come i Rosnati, Reina, Masera, Palazzi, Macchi, Curioni, Mari, Guenzati, ecc. afferma i suoi successi in un settore produttivo che contrassegna il pionierismo industriale sino al recentissimo avvento del terziario.